L’indagine condotta in primavera da Ipsos e Earth4All ha provato a delineare le opinioni degli italiani in merito a temi scottanti, ovvero alla transizione ecologica e alle energie rinnovabili. L’affluenza record negativa alle scorse elezioni europee, con solo il 49,7% dei votanti, riflette una crescente disaffezione verso le istituzioni democratiche che sembrano veleggiare altrove rispetto al reale interesse della popolazione. Questo dato si inserisce in un contesto globale di crisi multiple, che include l’emergenza climatica e ambientale.
UN SENSO DI URGENZA
Il 62% degli italiani ritiene che sia necessario agire immediatamente e su larga scala per combattere il riscaldamento globale. Questo consenso, che attraversa vari gruppi di età, reddito e genere, è un segnale forte per i legislatori: gli italiani vogliono una Legge sul Clima ambiziosa. Questo dato, seppur significativo, è inferiore rispetto a quello registrato in paesi come il Messico (91%) e il Brasile (81%), nonché a paesi europei come Francia (73%) e Germania (66%). Nonostante gli allarmi lanciati dall’Agenzia Europea dell’Ambiente sugli impatti devastanti del cambiamento climatico nel Sud Europa, sembra che una parte dell’opinione pubblica italiana non abbia ancora pienamente percepito la gravità della situazione.
Inoltre, il 71% degli intervistati sostiene l’adozione di misure fiscali che tassino le emissioni di gas climalteranti, vedendo queste politiche come strumenti efficaci per promuovere sia l’equità sociale che la sostenibilità ambientale. Da tempo inoltre, è piuttosto forte la richiesta che viene dal basso, di dare un taglio ai sussidi erogati in favore dei combustibili fossili, sussidi che dovrebbero essere invece destinati allo sviluppo delle fonti rinnovabili.
Proprio a causa dell’urgenza delle azioni richieste, la fiducia nel governo nazionale è estremamente bassa: solo il 25% degli italiani crede che l’esecutivo prenda decisioni a beneficio della maggioranza della popolazione, tristemente, è una delle percentuali più basse registrate tra i paesi del G20. E non basta: solo il 21%, ritiene che il governo abbia preso decisioni di lungo periodo capaci di tutelare le generazioni future. Questo scollamento, risentimento forse sarebbe più esatto, tra cittadini e istituzioni è uno degli ostacoli principali alla realizzazione delle riforme necessarie per una transizione ecologica efficace. E soprattutto non procrastinabile ulteriormente.
TRA IL DIRE E IL FARE
La riforma costituzionale del 2022, che ha introdotto i diritti delle future generazioni, rappresenta un passo avanti significativo. Il 60% degli italiani approva pienamente questa riforma, il dato più alto tra i paesi europei. Proposte come l’istituzione di un Commissario per le Future Generazioni o la creazione di un’Unità di Previsione Strategica, che potrebbe aiutare a pianificare politiche a lungo termine, potrebbero contribuire a colmare il divario tra politica e cittadini.
Di fatto l’indagine di Ipsos e Earth4All mostra in modo inequivocabile che gli italiani sono consapevoli della necessità di una transizione ecologica e sono pronti a sostenere politiche ambiziose in questo senso.
La sfida ora è tradurre questa consapevolezza in azioni concrete, superando la sfiducia nelle istituzioni e adottando misure che promuovano un futuro sostenibile e equo. Con il giusto impegno e una visione a lungo termine, l’Italia ha la possibilità di diventare un leader nella lotta contro il cambiamento climatico e nella promozione delle energie rinnovabili: siamo o no il paese del sole, del vento e del mare?